La Corte di Cassazione civile, Sez. I, con sentenza del 9 novembre 2021 n. 32666, ha stabilito che titolare dell’obbligo di distribuzione degli utili che sono stati prodotti dall’impresa sociale è solo la società (nella specie, la società in accomandita), trattandosi – come già premesso dall’ordinanza interlocutoria – di soggetto giuridico autonomo e distinto dalle persone che compongono la relativa compagine e di soggetto alla cui attività rimonta, soprattutto, la produzione dei richiamati utili. Codesti invero fanno parte del patrimonio sociale fino a che, per la società di persone, non intervenga la delibera di approvazione del bilancio (o del rendiconto) che ne determina l’emersione. Ne segue che, nella società di persone, l’approvazione del citato documento, dal quale emerga l’esistenza dell’utile, è la sola condizione sufficiente a legittimare ciascun socio a pretendere che la società gli distribuisca la quota parte di utile spettante.
Accollo interno e sua opponibilità al creditore procedente.
Il Tribunale di Brescia, chiamato a pronunciarsi nell’ambito di un giudizio di opposizione all’esecuzione ex art. 615 comma 2° c.p.c., ha qualificato come “accollo interno” quello stipulato